Confetti di Sulmona
Questa tradizione ci arriva addirittura dai Romani che erano soliti usare confetti per festeggiare unioni e nascite, ovviamente i confetti di allora non erano prodotti con gli stessi ingredienti, infatti al posto dello zucchero veniva utilizzato del miele.
Tracce storiche le possiamo ritrovare in scritti riguardanti la famiglia dei Fabi 447 a.C. ed negli scritti di Apicio 37 d.C. amico dell’imperatore Tiberio.
La fabbricazione dei confetti moderni, iniziò a Sulmona nel XV secolo, testimonianze si trovano presso l’archivio del Comune in documenti datati 1492 – 1493.
Altro primato della città di Sulmona è la lavorazione artistica del confetto, infatti presso il monastero di Santa Chiara, sempre nel XV secolo, vengono utilizzati confetti legati con fili di seta, per la preparazione di fiori, grappoli, spighe e rosari. Certo è che tuttora la patria mondiale del confetto spetta di diritto alla Città di Sulmona, dove esiste anche il “Museo dell’arte e della tecnologia confettiera”, monumento nazionale.
Il confetto tipico è formato da un nucleo interno, detto anima. costituito da una mandorla intera, del tipo Pizzuta di Avola, sgusciata e pelata, rivestito da strati di zucchero sovrapposti per successive bagnature. Il confetto mantiene la forma del seme di mandorla, fortemente appiattito, con assenza di screziature e lesioni. La superficie esterna è liscia, bianca con riflessi porcellanati. Le dimensioni ed il peso del confetto variano in funzione del calibro della mandorla impiegata. L’anima del confetto può essere costituita anche da altri ingredienti (nocciola, cannella, cioccolato, canditi vari, pistacchio, frutta secca rivestita da strati di zucchero e o di cioccolato. Forma e dimensioni del confetto varieranno in tal caso in funzione dell’anima.